San Carlo Ormea

Hotel San Carlo di Ormea (CN). Trota, super trota, fortissimamente trota.

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Raramente, in tanti anni, mi è capitato di entrare in un ristorante dove mi potesse accogliere un ricordo. Dove un piacevole e improvviso vuoto nelle pulsazioni cardiache facesse il paio con un bel sorriso di benvenuto.

Questa volta sono tornato, dopo SOLAMENTE 28 anni, in un ristorante che frequentavo da bambino, dove sedevo ad un tavolo tondo assieme ai miei genitori. E sentivo i loro discorsi, occhiali troppo grandi e spessi, senza curarmene troppo, a dir la verità. La mia attenzione, in effetti, era spostata sulle portate: ero già un golosastro a pieno regime, sin da bambino.

Il sorriso di Stefania, padrona di casa, e di sua figlia Virginia è inframezzato solo dalle parole in francese che dedicano ai tanti clienti d’Oltralpe. In cuor mio, sono felice di vedere che così tanta gente frequenta ancora questo locale, e, mentre loro sono impegnate, io mi guardo attorno. Alcuni dettagli sono cambiati, ma il “mio” tavolo tondo è ancora lì. Le lampade vintage sono, a mio parere, bellissime e contribuiscono al mio flusso di ricordi.

San Carlo Ormea
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Rompo gli indugi e scelgo il vinello, già consapevole di quel che avrei scelto tra le portate in carta. Essendo da solo, resto umile e prendo una mezza bottiglia di Vermentino di Bolgheri, vino semplice ma che, con il suo bel senso minerale che lascia nel palato, mi garba vieppiù (belin, come parlo apparecchiato a volte).

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Nemmeno da dire, nelle mie ordinazioni la trota la fa da padrona, grazie anche al vivaio di proprietà.

Ahimè, non mi sarà possibile ordinare il sashimi di trota, di cui avevo sentito parlare da tanti amici della zona, sarà per la prossima volta. Ma non lascio certo perdere la regina del fiume, concedendomi un Tris di Trota come antipasto: Carpione, Frittella, Affumicata. E, se è vero che il carpione era buonissimo, devo sbilanciarmi pesantemente sulla trota affumicata: SPAZIALE e ben accompagnata da formaggio fresco alle erbette e da un pane (a prevalenza) di segale veramente ottimo. Per la frittella, forse l’olio della friggitrice avrebbe avuto bisogno di qualche grado in più, ma la trota pastellata e fritta è stata una bella scoperta comunque.

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Sui primi, non ho resistito ad una mia debolezza. Sono qui, ho pensato, come potrei rinunciare alle Lasagnette di Ormea di “Fulmentin”? E infatti le ho prese e non ne rimpiango nemmeno una forchettata. Questi fazzoletti di pasta, altrove sarebbero chiamati maltagliati, sono conditi abbondantemente con una fonduta bella morbida di formaggi locali, cui si aggiunge ben emulsionato un pochino di olio extravergine. Non viene cotta al dente, ma non risulta molle: è perfetta così come viene proposta e, anche questa, mi riporta alle feste di paese, a pranzi e cene di quando ero (molto) più giovincello.

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Chiudo in bellezza tornando alla trota, ça va sans dire. Ma, in questo caso, il ricordo riaffiora come un pugno in faccia, dato forte. Mentre ho gli occhiali indosso. Torno bambino, torno esattamente all’ultimo pranzo che ricordo di aver fatto in questo locale quando avevo, su per giù, dieci o undici anni. E cacchio, lei è sempre uguale: la Trota con le Nocciole è ESATTAMENTE la stessa. Potrà non essere il piatto più raffinato o gourmet del pianeta, ma è sicuramente ben eseguito e, soprattutto, buono. Ma ciò che conta, in questo caso, per me, è il flash back ad ogni boccone, ad ogni pezzettino di nocciola che mi sgranocchio, ad ogni sentore di burro chiarificato, alla polpa delicata che si nasconde sotto la panatura. L’accompagnamento di (buonissime) patate al forno è un corollario gradevole, ma io continuo per un po’ a notare solo la trota e a pensare a quel pranzo di una domenica di venticinque anni fa.

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Non ordino dolci, anche perchè, se lo facessi, probabilmente comparirebbe il mio medico curante e mi darebbe uno schiaffo da farmi arrestare per vagabondaggio sul Col di Nava. Però, mi concedo un ultimo vizio: un bicchierino di Arquebuse. Il digestivo alle erbe è fatto in casa dalla mamma di Stefania, nonna di Virginia, a dimostrazione di un vero e proprio matriarcato locale. Per produrlo, usa una prevalenza di Tanaceto: è una pianta erbacea perenne a fiori gialli e si diceva, nell’antichità, che potesse garantire la vita eterna. Ora, io non so se sia vero, ma in effetti le donne del locale non dimostrano il passaggio del tempo, quindi due domande me le sto facendo.

San Carlo Ormea
San Carlo Ormea

Come ultima nota, un piccolo difettino, di quelli che non cambiano l’esito della valutazione, ma che vanno comunque espressi per impegno di critica. Una volta a casa, terminato l’effetto positivo di ricordi e ottima cena, mi sono liberato dei vestiti (potete continuare a leggere anche se siete sensibili, non entrerò in dettagli scurrili) e il movimentarli ha generato qualche rimembranza di fritto. Non una cosa grave, come ho detto, ma una piccola riflessione ci starebbe per rendere perfetta, sotto tutti gli aspetti, la cena. Una cena dove sono tornato bambino, che cosa bella. E dove la trota era una super trota, fortissimamente trota.

Il prezzo non ve lo dico, scopritelo da soli andando a fare un giretto (se siete motociclisti, quelle strade sono la fine del mondo), ma vi anticipo che sarete stupiti dal rapporto qualità/prezzo, super positivo.

Tornerò.

EDIT: grazie ad una attenta lettrice del blog, ho potuto accorgermi di non avere menzionato nemmeno una volta Monica, la regina della cucina al San Carlo di Ormea. Se ho così ben mangiato, evocando ricordi di tanti anni prima, gran parte del merito va a lei e, essendo un Vetriolo dotato di cuore, mi cospargo il capo di cenere di cipolla bruciata, scusandomi. Monica, tornerò, anche solo per assaggiare il tuo sashimi di trota di cui, garantisco, si parla un sacco bene in Valle.

 

Hotel San Carlo
Ormea (CN)
SS28, 23
Tel. 0174 399917

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